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Edna era ancora in corridoio quando lui uscì. Lo guardò. Lui chiuse la porta e
andò di corsa all ascensore. Il traffico lungo la strada per andare in ufficio era
stranamente intenso. C era una curiosa atmosfera nell aria. Sugli alberi non si
muoveva una foglia. All orizzonte si vedevano grosse nuvole grigie. L aria era
soffocante, umida.
Lasciò la macchina al posteggio e salì in ufficio. Non c era nessuno. Solo la
povera signorina Grimm che ciondolava nella sala dell archivio. Lei, logicamente, era
troppo vecchia per interessarsi delle sirene. Comunque l avvisò, urlando perché era
sorda come una campana, che le sirene potevano suonare da un momento all altro.
Lei, come le altre donne della sua età, avrebbe trascorso la settimana della stagione ai
nidi d infanzia, a dare una mano. Tutte le donne giovani se ne andavano, e l intera
popolazione infantile sarebbe morta di fame ogni anno se le donne coi capelli bianchi
come la signorina Grimm, al suono delle sirene, non si fossero affrettate a prendersi
cura di loro. Le donne anziane usavano i nidi come un rifugio contro la follia del
mondo, e in compenso badavano ai cuccioli della razza umana.
Mark andò a sedersi alla scrivania e si mise a giocherellare con una matita. Non a-
vrebbe dovuto venire, pensò. Non riusciva a concentrarsi. Non riusciva a scrivere una
parola senza pensare a Daisy. L orologio suonò le dieci. Si tolse la cravatta. Stava
sudando.
Era tardi, tardi, tardi. Il corpo pulsava di desiderio. Poi la sirena suonò, con un
sibilo acuto, che ebbe quasi l effetto di un colpo fisico. Lui attraversò di corsa
l ufficio, fino alla porta. Appena fuori andò a sbattere contro Daisy.
Lei urlò, di gioia. Lo sapevo che eri qui. Lo sapevo.
Lui la prese per la vita e la trascinò nell ufficio del capo.
Lei parve quasi svenire per l ansia. Aveva gli occhi vitrei, respirava
affannosamente e tremava. Lui chiuse la porta alle loro spalle.
Più tardi, nel pomeriggio, fumarono una sigaretta e parlarono razionalmente della
loro situazione. Ti devo portare a casa mia , disse lui.
Daisy ebbe un tremito. Non possiamo restare qui?
Moriremmo di fame , disse lui. Non c è niente da mangiare. Nemmeno
una scatola di biscotti. Il bar è chiuso, e la mensa pure. E dove dormiamo?
Qui , disse Daisy. Adesso aveva paura.
È troppo pericoloso. Può arrivare il capo... o Jerry... o Jeff... o chiunque.
Dobbiamo tentare; Da. basso ho la macchina.
Aspettarono il buio. Quando scese la notte sgusciarono fuori dall ufficio e
percorsero il corridoio. Un uomo era steso a terra accanto all ascensore. Aveva gli
abiti in disordine. Sul pavimento c era una chiazza scura di sangue. Mandò un
gemito. Loro lo ignorarono. Scendiamo a piedi , disse Mark. L ascensore era
troppo pericoloso. Poteva esserci nascosto dentro chiunque. Nell atrio videro un
piccolo gruppo di uomini anziani, fermi da una parte. Uno di loro si lanciò di corsa
verso di loro. Era grasso, e aveva i capelli bianchi. Mark lo riconobbe. Era Gifford,
un agente della Compagnia di assicurazioni che aveva gli uffici al quattordicesimo
piano. Andiamo , disse a Daisy. Uscirono di corsa dalla porta di servizio
sbattendola in faccia a Gifford.
La macchina di Mark era la sola in tutto il parcheggio. Si era dimenticato di
chiuderla, e sui sedili posteriori c erano due giovani. Il ragazzo era magro e aveva la
faccia piena di foruncoli. Non doveva avere più di quindici anni. La ragazza invece
ne aveva certo qualcuno di più. Mark li tirò fuori a forza. Il ragazzo scappò. La ragaz-
za si attaccò a Mark, ansimando. Lui la guardò in faccia, poi la fece sedere sul sedile
posteriore e cominciò a spogliarsi.
Ti prego, ti prego disse Daisy. Un gruppo di giovani maschi armati di bastoni,
di coltelli, e di pietre era entrato nel parcheggio. Ti uccideranno! disse Daisy.
Lui afferrò la ragazza per un braccio e la fece uscire dalla macchina. La banda si
precipitò verso di lei, come squali attirati dal sangue.
Questo assicurò loro la salvezza: Mark partì di scatto.
Il suo appartamento non era molto lontano, ma lui fece il breve tragitto con il
cuore in gola. Le luci stradali erano spente, e non c erano in giro né autobus né taxi.
Per strada, pochissime macchine. Una luna nascente, fantastica, solcava lenta il cielo
come un fantasma. Raggiunta la strada guidò lentamente, con grande prudenza. Le
strade non erano sicure. Bande di giovani andavano avanti e indietro, a caccia di
preda, a spaccare porte, a rompere finestre, in cerca di ragazze. Per lo più la loro
ricerca non avrebbe dato risultato. E i cacciatori rimasti senza preda avrebbero sof-
ferto le torture della frustrazione, oppure si sarebbero dovuti accontentare di qualche [ Pobierz całość w formacie PDF ] - zanotowane.pl
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