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rebbe?
Egli si mise a ridere.
Tu sei matto, rispose. Ci vorrebbe altro. Lui,
Umberto, era uno solo; noi eravamo come le mosche. E
poi sì che ci stette a guardare uno per uno.
Letteratura italiana Einaudi 192
Edmondo De Amicis - Cuore
Sboccammo sul corso Vittorio Emanuele; c era molta
gente che s avviava alla stazione. Passava una compagnia
d Alpini, con le trombe. Passarono due carabinieri a ca-
vallo, di galoppo. Era un sereno che smagliava.
Sì! esclamò Coretti padre, animandosi; mi fa
proprio piacere di rivederlo, il mio generale di divisione.
Ah! come sono invecchiato presto! Mi pare l altro gior-
no che avevo lo zaino sulle spalle e il fucile tra le mani in
mezzo a quel tramestio, la mattina del 24 giugno, quan-
do s era per venire ai ferri. Umberto andava e veniva coi
suoi ufficiali, mentre tonava il cannone, lontano; e tutti
lo guardavano e dicevano: Purché non ci sia una palla
anche per lui! Ero a mille miglia dal pensare che di lì a
poco me gli sarei trovato tanto vicino, davanti alle lance
degli ulani austriaci; ma proprio a quattro passi l un
dall altro, figliuoli. Era una bella giornata, il cielo come
uno specchio, ma un caldo! Vediamo se si può entrare.
Eravamo arrivati alla stazione; c era una gran folla,
carrozze, guardie, carabinieri, società con bandiere. La
banda d un reggimento suonava. Coretti padre tentò di
entrare sotto il porticato; ma gli fu impedito. Allora pen-
sò di cacciarsi in prima fila nella folla che facea ala
all uscita, e aprendosi il passo coi gomiti, riuscì a spinge-
re innanzi anche noi. Ma la folla, ondeggiando, ci sbal-
zava un po di qua e un po di là. Il venditor di legna
adocchiava il primo pilastro del porticato, dove le guar-
die non lasciavano stare nessuno. Venite con me,
disse a un tratto, e tirandoci per le mani, attraversò in
due salti lo spazio vuoto e s andò a piantar là, con le
spalle al muro.
Accorse subito un brigadiere di Polizia e gli disse:
Qui non si può stare.
Son del quarto battaglione del 49, rispose Coret-
ti, toccandosi la medaglia.
Il brigadiere lo guardò e disse: Restate.
Ma se lo dico io! esclamò Coretti trionfante; è
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Edmondo De Amicis - Cuore
una parola magica quel quarto del quarantanove! Non
ho diritto di vederlo un po a mio comodo il mio genera-
le, io che son stato nel quadrato! Se l ho visto da vicino
allora, mi par giusto di vederlo da vicino adesso. E dico
generale! È stato mio comandante di battaglione, per
una buona mezz ora, perché in quei momenti lo coman-
dava lui il battaglione, mentre c era in mezzo, e non il
maggiore Ubrich, sagrestia!
Intanto si vedeva nel salone dell arrivo e fuori un gran
rimescolio di signori e d ufficiali, e davanti alla porta si
schieravano le carrozze, coi servitori vestiti di rosso.
Coretti domandò a suo padre se il principe Umberto
aveva la sciabola in mano quand era nel quadrato.
Avrà ben avuto la sciabola in mano, rispose, per
parare una lanciata, che poteva toccare a lui come a un
altro. Ah! i demoni scatenati! Ci vennero addosso come
l ira di Dio, ci vennero. Giravano tra i gruppi, i quadrati,
i cannoni, che parevan mulinati da un uragano, sfondan-
do ogni cosa. Era una confusione di cavalleggeri d Ales-
sandria, di lancieri di Foggia, di fanteria, di ulani, di ber-
saglieri, un inferno che non se ne capiva più niente. Io
intesi gridare: Altezza! Altezza! vidi venir le lancie
calate, scaricammo i fucili, un nuvolo di polvere nascose
tutto& Poi la polvere si diradò& La terra era coperta di
cavalli e di ulani feriti e morti. Io mi voltai indietro, e vi-
di in mezzo a noi Umberto, a cavallo, che guardava in-
torno, tranquillo, con l aria di domandare: C è nessu-
no graffiato dei miei ragazzi? E noi gli gridammo:
Evviva! sulla faccia, come matti. Sacro Dio che mo-
mento!& Ecco il treno che arriva.
La banda suonò, gli ufficiali accorsero, la folla s alzò
in punta di piedi.
Eh, non esce mica subito, disse una guardia; ora
gli fanno un discorso.
Coretti padre non stava più nella pelle. Ah! quando
ci penso, disse, io lo vedo sempre là. Sta bene tra i
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Edmondo De Amicis - Cuore
colerosi e i terremoti e che so altro: anche là è stato bra-
vo; ma io l ho sempre in mente come l ho visto allora, in
mezzo a noi, con quella faccia tranquilla. E son sicuro
che se ne ricorda anche lui del quarto del 49, anche
adesso che è re, e che gli farebbe piacere di averci una
volta a tavola tutti insieme, quelli che s è visto intorno in
quei momenti. Adesso ci ha generali e signoroni e gallo-
ni; allora non ci aveva che dei poveri soldati. Se ci potes-
si un po barattare quattro parole, a quattr occhi! Il no-
stro generale di ventidue anni, il nostro principe, che era [ Pobierz całość w formacie PDF ] - zanotowane.pl
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